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Santiago Sierra: “Mea Culpa”
Con circa 50 opere, tra installazioni e performance, dagli anni 90 a oggi, l’arte politica di Santiago Sierra (Madrid 1966) è arrivata al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e rimarrà visitabile fino al 4 giugno.
MEA CULPA è il titolo della prima grande antologica in Italia dedicata all’artista madrileno che riunisce per la prima volta le sue opere politiche più iconiche e rappresentative.
Da quasi trent’anni il lavoro di Sierra si muove sul terreno impervio della critica alle ingiustizie e alle condizioni socio¬politiche della contemporaneità.
Messaggero della cupa verità del nostro tempo, Sierra è spesso stigmatizzato per le sue performance intense e ambigue, che allo stesso tempo sfruttano disoccupati, emarginati, prostitute o immigrati che vi figurano per svolgere mansioni del tutto inutili – e danno loro voce per farsi ascoltare. Li ritroviamo in opere come “Línea de 250 cm tatuada sobre 6 personas remuneradas”, 1999; “Línea de 30 cm tatuada sobre una persona remunerada”, 1998 e “Línea de 160 cm tatuada sobre 4 personas remuneradas”, 2000 che si potranno vedere in mostra.
Eppure, i suoi lavori possono essere intesi come una chiamata intrinseca all’azione e alla disobbedienza civile. Il loro linguaggio visivo, il simbolismo complesso ed energico, nonché il loro essere calate nella realtà delle persone conferisce loro un raro impatto emozionale.
Con la mostra di Santiago Sierra il PAC attiva la prima delle quattro linee di racconto sulle quali si muove il suo palinsesto annuale, quella cioè che propone ogni anno mostre di artisti conosciuti e affermati nel panorama artistico internazionale – un indirizzo di programmazione che ha dato vita, tra le altre, alla personale di Regina José Galindo (2014), alla mostra di Jeff Wall (2013) e all’omaggio a Marina Abramovic (2012).
Un’esperienza assolutamente da non perdere!
SANTIAGO SIERRA “Mea Culpa”
29 Marzo 2017 – 04 Giugno 2017
a cura di a cura di Diego Sileo e Lutz Henke
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14 a Milano
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Julia Butterfly Hill
Luna è un’antica sequoia alta più di 70 metri, minacciata di taglio da una industria del legno, che ha acquistato il bosco e vuole eliminarlo.
Ma sui suoi rami sale un angelo custode, o meglio, una farfalla custode: si chiama Julia Hill.
È una giovane ambientalista americana, che resterà ancorata a quelle fronde millenarie per salvarle per ben 738 giorni.
Siamo nel 1997, un gruppo di attivisti protesta contro la distruzione degli alberi.
Coraggiosa e determinata, Julia si offre volontaria per salire su uno degli alberi più alti, nella speranza di fermare il cosiddetto “taglio a raso”, ovvero il taglio di alberi di tutte le età e dimensioni, per poi bruciare l’intera area.
Sa fin da subito che l’unico modo per ottenere l’attenzione mediatica e pubblica sarebbe stato quello di battere il record di permanenza su un albero, fermo a 42 giorni.
E questo è esattamente quello che fa. Dopo 100 giorni trascorsi su Luna, Julia è su tutti i giornali per spiegare l’importanza di salvare questi alberi. Soprannominato “Butterfly”, trasmette senza sosta questo messaggio e condivide col mondo la sua conoscenza sulle antiche sequoie.
Il viaggio intrapreso è estremamente difficile, fatto di privazioni, condizioni climatiche avverse, vento costante, freddo e pioggia. Anche il personale della Pacific Lumber si adopera per rendere il suo soggiorno ancora meno sopportabile, con vessazioni, luci per non farla dormire e persino uso di spray al pepe. Ma Julia resiste, combattendo taglialegna e solitudine allo stesso tempo per la sua nuova amica Luna, con cui man mano diventa un tutt’uno.
Dopo 738 giorni, il 18 dicembre 1999, Julia finalmente mette i piedi sul terreno.
L’azienda si è arresa e l’albero è salvo. “Mi stavo lasciando il miglior maestro e amico che abbia mai avuto. La persona che era salita e quella che era scesa erano così profondamente diverse che non ero sicura di riuscire ad affrontare il ritorno alla vita nel mondo. Non avevo toccato la terra per due anni e otto giorni”, racconta la donna.
Julia Hill, meglio conosciuta come Julia Butterfly Hill (Mount Vernon, 18 febbraio 1974), è un’ambientalista e scrittrice statunitense. È diventata nota perché è rimasta per 738 giorni nella foresta di Headwaters, situata nella contea di Humboldt (California), dal dicembre del 1997 al dicembre del 1999, su di una sequoia a circa 55 metri[1] di altezza per impedirne l’abbattimento da parte della Pacific Lumber Company. Ha raccontato la sua permanenza sull’albero nel libro The legacy of Luna (Luna è il nome dato alla sequoia), tradotto in italiano con il titolo La ragazza sull’albero.
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