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Miss America 2017

La nuova miss America è Kara McCullough, una scienziata nata a Napoli.

Si chiama Kara McCullough la ragazza più bella degli Stati Uniti è nata in Italia, più precisamente a Napoli e ama la scienza.

Figlia di un militare americano, è poi cresciuta in Virginia e si è laureata in chimica nucleare all’università della Sud Carolina.

Al concorso per Miss America la 25enne ha sbaragliato nella finale del concorso di bellezza a Las Vegas, Miss Minnesota e Miss New Jersey e si è aggiudicata il titolo e la possibilità di rappresentare gli Stati Uniti a Miss Universo.

È la seconda volta di fila che la rappresentante del distretto di Columbia vince l’ambita corona di reginetta: a consegnare lo scettro a Kara, infatti, è stata la Miss America uscente: Deshauna Barber, anche lei ex miss District of Columbia e la prima miss Usa membro delle forze armate.

Kara McCullough, invece, fa parte della Us Nuclear Regulatory Commission, la commissione americana che regola l’uso civile dell’energia nucleare. I produttori del concorso l’hanno definita “una delle concorrenti più intelligenti degli ultimi anni”.

La 25enne ha conquistato i giudici spiegando che lavora a un programma nella comunità per aiutare i bambini a imparare la scienza. Ha anche aggiunto che spera di ispirare altre donne che sono appassionate di tecnologia, ingegneria e altri campi della matematica.

“Preferisco si parli di uguaglianza tra i sessi soprattutto quando si tratta di lavoro” ha dichiarato nell’intervista prima dell’incoronazione: “Il sistema sanitario? Un privilegio per chi ha un posto di lavoro: deve essere un diritto”.

“Vorrei essere di ispirazione per i ragazzi che vogliono costruirsi una carriera nell’ambito scientifico e tecnologico. Niente è difficile se ci si lavora davvero”

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Julia Butterfly Hill

Luna è un’antica sequoia alta più di 70 metri, minacciata di taglio da una industria del legno, che ha acquistato il bosco e vuole eliminarlo.

Ma sui suoi rami sale un angelo custode, o meglio, una farfalla custode: si chiama Julia Hill.

È una giovane ambientalista americana, che resterà ancorata a quelle fronde millenarie per salvarle per ben 738 giorni.

Siamo nel 1997, un gruppo di attivisti protesta contro la distruzione degli alberi.

Coraggiosa e determinata, Julia si offre volontaria per salire su uno degli alberi più alti, nella speranza di fermare il cosiddetto “taglio a raso”, ovvero il taglio di alberi di tutte le età e dimensioni, per poi bruciare l’intera area.

Sa fin da subito che l’unico modo per ottenere l’attenzione mediatica e pubblica sarebbe stato quello di battere il record di permanenza su un albero, fermo a 42 giorni.

E questo è esattamente quello che fa. Dopo 100 giorni trascorsi su Luna, Julia è su tutti i giornali per spiegare l’importanza di salvare questi alberi. Soprannominato “Butterfly”, trasmette senza sosta questo messaggio e condivide col mondo la sua conoscenza sulle antiche sequoie.

Il viaggio intrapreso è estremamente difficile, fatto di privazioni, condizioni climatiche avverse, vento costante, freddo e pioggia. Anche il personale della Pacific Lumber si adopera per rendere il suo soggiorno ancora meno sopportabile, con vessazioni, luci per non farla dormire e persino uso di spray al pepe. Ma Julia resiste, combattendo taglialegna e solitudine allo stesso tempo per la sua nuova amica Luna, con cui man mano diventa un tutt’uno.

Dopo 738 giorni, il 18 dicembre 1999, Julia finalmente mette i piedi sul terreno.

L’azienda si è arresa e l’albero è salvo. “Mi stavo lasciando il miglior maestro e amico che abbia mai avuto. La persona che era salita e quella che era scesa erano così profondamente diverse che non ero sicura di riuscire ad affrontare il ritorno alla vita nel mondo. Non avevo toccato la terra per due anni e otto giorni”, racconta la donna.

Julia Hill, meglio conosciuta come Julia Butterfly Hill (Mount Vernon, 18 febbraio 1974), è un’ambientalista e scrittrice statunitense. È diventata nota perché è rimasta per 738 giorni nella foresta di Headwaters, situata nella contea di Humboldt (California), dal dicembre del 1997 al dicembre del 1999, su di una sequoia a circa 55 metri[1] di altezza per impedirne l’abbattimento da parte della Pacific Lumber Company. Ha raccontato la sua permanenza sull’albero nel libro The legacy of Luna (Luna è il nome dato alla sequoia), tradotto in italiano con il titolo La ragazza sull’albero.

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